• I legislatori europei sono in ritardo rispetto ai produttori di camion sulle emissioni di CO2

    Gli obiettivi europei per i veicoli industriali sono troppo modesti per incentivare una sufficiente produzione di veicoli a zero emissioni.

    Un nuovo studio dimostra che i legislatori europei sono in ritardo rispetto ai produttori di camion per quanto riguarda le emissioni di CO2. I miglioramenti apportati all’aerodinamica e all’efficienza dei consumi, così come le flessibilità del Regolamento, permettono ai veicoli industriali di raggiungere già l’obiettivo UE di riduzione delle emissioni di CO2 fissato per il 2025, producendo un numero di veicoli a zero emissioni molto limitato. (La Federazione Europea per i trasporti e l’ambiente) T&E invece sostiene che l’Europa debba alzare l’ambizione sugli obiettivi se vuole far aumentare la produzione di veicoli industriali a zero emissioni entro il decennio, così da garantire la decarbonizzazione del settore per tempo.

    Carlo Tritto, Policy Officer per  T&E Italia, ha affermato: “I produttori di camion stanno diventando ecologici più velocemente dei decisori politici, il che è assurdo. Questo, però,  non serve a dimostratre che il libero mercato è capace di fare il suo lavoro, piuttosto che i decisori politici che non riescono a tenere il passo. I produttori di camion sono chiaramente in grado di decarbonizzare il settore più velocemente. È il momento di farglielo fare”.

    Scania, costruttore svedese di veicoli industriali, è all’avanguardia quanto a riduzione delle emissioni di CO2 nei nuovi veicoli che produce, i quali hanno ormai emissioni del 5,3% inferiori rispetto alla media del tipo più comune di camion. Le migliori prestazioni di Scania in termini di emissioni sono principalmente dovute all’aerodinamica; migliorie che vengono però conseguite senza produrre veicoli industriali a zero emissioni. I ritardatari, Renault e IVECO, invece, presentano emissioni più elevate: , 2,6% e 2,4% oltre la media per i camion.

    Lo studio dimostra che, se tutti i veicoli industriali europei avessero prestazioni simili a quelle dei modelli più efficienti sul mercato, le emissioni medie di CO2 dei veicoli verrebbero ridotte del 6% già oggi. Ma – avverte T&E – i vantaggi in termini di efficienza da soli non basteranno per portare a zero le emissioni del trasporto merci europeo.

    Carlo Tritto continua: “I migliori veicoli industriali della categoria sono in grado di offrire una riduzione delle emissioni già oggi, ma il risparmio arriva solo fino ad un certo punto. L’Europa deve aumentare decisamente il numero di camion a zero emissioni sulle sue strade nei prossimi anni per avere una chance di decarbonizzare il settore in tempo. Invece gli attuali obiettivi per i veicoli industriali in termini di CO2 non incoraggiano i costruttori a produrli. Dovremmo alzare il target degli obiettivi nel corso del decennio”.

    La maggior parte dei costruttori di veicoli industriali ha volontariamente assunto impegni per la vendita di veicoli elettrici anche al di là di quanto richiesto dall’UE. Secondo i loro annunci pubblici, i suddetti impegni volontari porterebbero sul mercato circa il 7% di veicoli a zero emissioni entro il 2025 e il 43% nel 2030, dunque più del 2% necessario per raggiugnere gli attuali obiettivi volontari entro il 2025. Secondo T&E, questi annunci su base volontaria dimostrano che l’UE può (e deve) fissare un obiettivo realistico ma al contempo più ambizioso: almeno il 30% di veicoli a zero emissioni entro il 2028.

    I produttori di veicoli industriali sono già sulla buona strada per raggiungere e superare l’obiettivo del 2025  fissato per le emissioni di CO2

    Le emissioni medie di CO2 dei nuovi veicoli a lunga percorrenza sono state più elevate nei maggiori paesi dell’Europa occidentale, come Francia, Germania e Regno Unito, mentre i paesi più piccoli, come Bulgaria, Estonia, Portogallo e Slovacchia, hanno registrato risultati notevolmente migliori. Le emissioni dei grandi autocarri in Polonia, ad esempio, sono inferiori del 3,5% rispetto alla media europea, mentre quelle della Germania sono superiori del 2,2%.

    [1] Ogni costruttore di veicoli industriali ha un obiettivo specifico basato sui volumi di vendita dei vari sottogruppi di veicoli (chilometraggio, dimensioni, potenza, ecc.).