• Auto endotermiche, Germania appoggia l’addio UE al 2035 “Scelta lungimirante. Anche Roma la sostenga senza riserve”

    Il governo tedesco ha dichiarato che sosterrà la proposta della Commissione europea in materia di standard di CO2 di auto e furgoni e annuncia lo stop alle vendite dei veicoli a combustione interna entro il 2035.

    T&E: “L’Italia segua la stessa linea senza riserve, come già annunciato dal CITE a dicembre scorso. Dimostri davvero il suo impegno per una mobilità pulita, che permette anche di affrancarsi dall’import di petrolio”

    “L’annuncio fatto dalla Germania di sostenere il fine vendita di veicoli a motore endotermico dal 2035 è un importante elemento di chiarezza su quale direzione dovrà intraprendere l’automotive europeo. Per la Germania, il percorso per raggiungere l’obiettivo di Bruxelles di avere solo auto e furgoni a emissioni zero dal 2035, è l’elettrificazione. Distrazioni verso altre tecnologie meno efficienti e mature come i carburanti sintetici, non fanno altro che deviarci dal traguardo, facendoci perdere tempo prezioso”. Lo ha dichiarato Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di Transport & Environment (T&E), commentando l’annuncio fatto ieri pomeriggio dal ministro federale dell’Ambiente tedesco Steffi Lemke a margine del Consiglio dei ministri Ue dell’Ambiente.

    “Il governo italiano deve ora seguire la strada delineata dalla Germania, dando seguito al sostegno alla proposta della Commissione già annunciato a dicembre scorso dal CITE (Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica). L’epoca del motore endotermico va chiusa senza riserve, rimboccandosi invece le maniche per accelerare la transizione verso l’elettrificazione del parco veicoli”.

    Una visione chiara in questo senso infatti non può che giovare al sistema Paese, secondo T&E: “L’industria – ha aggiunto Aneris – ha bisogno di certezze di investimenti per la riconversione, i cittadini di affrancarsi quanto prima dalla dipendenza dai combustibili fossili e dalla relativa volatilità dei prezzi che non farà altro che peggiorare e che, come stiamo osservando in questo momento, ha conseguenze catastrofiche sulla nostra economia,  oltre che ovviamente su clima e ambiente”.

    In Italia, secondo i dati ISPRA, il settore trasporti è tra quelli che contribuiscono maggiormente alle emissioni di gas a effetto serra. Nel 2019, il trasporto stradale è stato infatti responsabile del  23,4% delle emissioni nazionali totali di CO2 equivalente, in aumento del 3,9% rispetto ai valori del 1990. Più specificamente, le autovetture rappresentano il 68,7% di queste emissioni. 

    Oltre ad avere chiarezza sul percorso tecnologico da seguire – aggiunge Aneris – è però anche necessario aumentare  l’ambizione dei target 2025 e 2030, e introdurne uno intermedio al 2027, per assicurare che gli Stati Membri impostino fin da subito – e non  solamente a ridosso del 2030 – una solida traiettoria  per il raggiungimento dell’obiettivo”.