Appello di 25 ONG europee ai leader Ue: introdurre dazi alle esportazioni di combustibili fossili dalla Russia e specificare nelle stazioni di servizio la zona di provenienza del greggio per consentire ai consumatori di non dare i propri soldi alle imprese coinvolte con l’aggressione all’Ucraina
Roma, 3 marzo 2022 – La resistenza alla guerra con cui Putin ha aggredito l’Ucraina si può fare (anche) facendo rifornimento alla propria auto. Due terzi delle importazioni di petrolio russo sono infatti utilizzati nel settore trasporti. Per questo, 25 organizzazioni non governative europee hanno lanciato un appello pubblico ai leader dell’Unione europea e degli Stati Membri. La richiesta è semplice e chiara: la UE dovrebbe mettere sotto embargo tutte le importazioni di petrolio e gas dalla Russia per non finanziare indirettamente le attività belliche in territorio ucraino. La coalizione di ONG aggiunge poi una richiesta che renderebbe più facile anche ai consumatori dei diversi Paesi europei fare azioni concrete contro Putin: indicare chiaramente, alla stazione di servizio, il paese d’origine dei prodotti petroliferi per garantirne la provenienza e poter essere così sicuri di non dare i propri soldi a compagnie petrolifere compromesse con il regime putiniano.
Nell’appello, le associazioni chiedono inoltre di introdurre una dazio o una tassa sulle esportazioni di combustibili fossili russi prima di arrivare a un embargo completo delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. Il denaro europeo speso per il petrolio (che rappresenta l’80% dei dollari guadagnati dalla Russia con le esportazioni di greggio e gas) ha sostenuto le spese militari di Putin per oltre due decenni.
“La guerra illegale della Russia contro l’Ucraina è devastante per la gente del nostro Paese. I missili e le bombe russe stanno uccidendo centinaia di difensori e civili ucraini. E la situazione non farà che peggiorare”, ha sottolineato Heorhiy Veremiychyk del National Ecological Centre dell’Ucraina.“Abbiamo bisogno quindi di un’azione urgente per paralizzare la capacità del regime di Putin di finanziare la guerra. La Russia continua a ricevere pagamenti dai governi europei che inavvertitamente finanziano l’assalto della Russia all’Ucraina. Questo deve finire”.
Finora, il petrolio e il gas non sono stati inclusi nelle sanzioni economiche che, sebbene necessarie, non stanno fermando l’avanzata russa. Ogni giorno gli Stati UE continuano a trasferire centinaia di milioni di euro per petrolio e gas al regime di Putin – stimati tra gli 80 e gli 85 miliardi di euro nel 2022 – contribuendo quindi alla sua guerra illegale contro l’Ucraina.
“I razzi che distruggono le città ucraine sono comprati con la benzina delle auto europee” ha ricordato William Todts, direttore esecutivo di Transport & Environment. “Per 20 anni abbiamo pagato denaro sporco a Putin. Porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio non è solo un imperativo morale per affrontare il cambiamento climatico, è fondamentale per porre fine a questa guerra”.
Le associazioni firmatarie dell’appello sono ovviamente consapevoli che il congelamento del commercio di combustibili fossili con la Russia avrà un impatto sui prezzi dell’energia ma la straordinaria aggressione militare di Putin richiede una risposta altrettanto straordinaria. Le stesse chiedono ai governi di intraprendere azioni decisive per proteggere le famiglie e le imprese dagli impatti negativi della crisi energetica. I Paesi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), che hanno 90 giorni di riserve emergenziali di petrolio, dovrebbero dispiegarle per sostenere i Paesi con un’alta esposizione alla Russia.
LE 8 RICHIESTE CONTENUTE NELL’APPELLO DELLE ONG
In solidarietà con il popolo ucraino chiediamo all’UE e al Regno Unito di intraprendere le seguenti azioni, almeno finché la Russia non avrà cessato le ostilità in Ucraina:
Leggi l’appello pubblico per intero
Lista dei firmatari:
CHI SIAMO
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Fondata nel 1990, T&E rappresenta 63 organizzazioni di 26 paesi in tutta Europa, principalmente gruppi ambientalisti che lavorano per politiche di trasporto sostenibile a livello nazionale, regionale e locale. Tutti insieme i membri e sostenitori di T&E rappresentano più di 3,5 milioni di persone. Il lavoro nazionale è ulteriormente supportato dalla rete di uffici nazionali nelle principali capitali europee: Madrid, Roma, Parigi, Berlino, Londra e Varsavia. T&E crede nella trasparenza e ogni anno pubblica la lista dei propri finanziatorinel proprio rapporto annuale
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