Passare dai motori inquinanti a quelli elettrici, a zero emissioni, è cruciale per decarbonizzare le automobili, responsabili del 13% delle emissioni di gas serra in Europa.
Il passaggio dai motori inquinanti a quelli a zero emissioni elettrici è fondamentale per decarbonizzare le automobili, responsabili del 12% di tutte le emissioni di gas serra in Europa.
Per raggiungere un sistema di trasporto a zero emissioni nette entro il 2050, al più tardi a partire dal 2035 dovranno essere vendute solo auto a zero emissioni, come la normativa dell'UE impone alle case automobilistiche. La tecnologia ottimale, più efficiente, matura e conveniente disponibile oggi per conseguire questi obiettivi è rappresentata dalle auto elettriche a batteria.
Le analisi delle emissioni dell'intero ciclo di vita mostrano che le auto elettriche in Europa emettono in media quasi tre volte meno CO2 rispetto alle auto equivalenti a benzina/diesel.
Le auto elettriche hanno raggiunto quasi il 16% delle vendite in Europa nel 2023, rispetto al 2% circa del 2019.
Ma l'elettrificazione deve avvenire in modo sostenibile e senza lasciare indietro nessuno. Ciò significa riformare i sistemi fiscali, adattare le catene di approvvigionamento, sviluppare reti di ricarica capillari e garantire che le batterie siano prodotte in modo sostenibile.
Allo stesso tempo, sono necessari obiettivi ambiziosi per le case automobilistiche, per garantire la riduzione delle emissioni medie delle nuove auto vendute. L'obiettivo attuale è una riduzione del 15% nel 2025 (rispetto ai livelli emissivi del 2021), del 55% nel 2030 e del 100% nel 2035, quando si interromperanno le vendite di auto alimentate con combustibili fossili. Tutto ciò è necessario se vogliamo che, al 2050, non vi siano ancora auto inquinanti in circolazione; e, soprattutto, se vogliamo evitare un cambiamento climatico catastrofico.
Grazie alle norme sugli standard di emissioni di CO2 dell'UE, le case automobilistiche europee hanno finalmente iniziato a impegnarsi nella decarbonizzazione. Le vendite di auto elettriche, nel 2023, hanno raggiunto quasi il 16% del valore del nuovo immatricolato nei mercati UE. Il prossimo passo sarà quello di aumentare l'offerta di utilitarie elettriche, per soddisfare la domanda del mercato di massa, in modo da rendere le auto pulite veramente accessibili a tutti.
Sebbene i prezzi di acquisto della maggior parte dei veicoli a batteria siano ancora oggi superiori a quelli delle auto diesel e a benzina, si prevede che le full electric raggiungeranno la parità di costo con le auto convenzionali già a metà di questo decennio. La volatilità dei prezzi delle materie prime e i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento potrebbero ritardare questo traguardo di 1-2 anni. Tuttavia, il costo totale di possesso (TCO, che include il costo di acquisto e quello di gestione) è già oggi a vantaggio della maggior parte dei veicoli elettrici, se si tiene conto dei costi di rifornimento o di ricarica, la manutenzione e l'assicurazione dell'auto. Una tassazione intelligente è inoltre fondamentale per rendere le auto elettriche più accessibili; in particolare è necessario adottare sistemi fiscali bonus-malus, che integrano il sostegno finanziario per le auto a zero emissioni con tasse più elevate sui veicoli inquinanti.
Nonostante i costi di produzione dei veicoli elettrici stiano raggiungendo la parità con quelli dei veicoli endotermici, le case automobilistiche non stanno producendo modelli entry level in quantità sufficiente. Si sono invece concentrate sulla vendita di BEV più grandi e redditizie. Sebbene le case automobilistiche europee abbiano annunciato l'arrivo di modelli compatti più economici nel periodo 2024-2027, come la Renault 5 e la Volkswagen ID.2, si prevede che nel 2024 saranno prodotte in Europa meno di 50.000 vetture delle utilitarie annunciate, con la prospettiva concreta di non arrivare a soddisfare la domanda. Ciò lascia il mercato europeo delle auto “di massa” aperto alla concorrenza cinese.
L'arrivo di auto elettriche di piccole dimensioni a prezzi più accessibili accelererebbe la diffusione delle auto a zero emissioni in Europa. Un sondaggio condotto da YouGov per T&E nel 2023 ha rilevato che un quarto degli acquirenti di auto nuove intende già acquistare un'auto elettrica nel corso del prossimo anno. Ma quando viene offerta l'opzione di una piccola auto elettrica da 25.000 euro, la percentuale di acquirenti disposti a passare al full electric sale al 35%.
L'industria automobilistica sta vivendo la più grande transizione mai affrontata. In questa fase cruciale, i carmaker europei devono evolvere rapidamente o rischiare di essere superati dai concorrenti statunitensi, coreani e cinesi. Ovviamente i cambiamenti in atto avranno anche ricadute occupazionali; ma nonostante gli allarmi apocalittici che si ripetono da tempo, i nuovi posti di lavoro che si creeranno nella catena di valore dell’auto elettrica compenseranno la contrazione prevista nella produzione legata al motore endotermico. La vera sfida consiste nel fornire ai lavoratori europei le giuste competenze per queste nuove occupazioni. Un'analisi del Boston Consulting Group ha rilevato che - nella transizione dell’automotive - entro il 2030 in Europa dovranno essere assunti 2,8 milioni di lavoratori, mentre 2,4 milioni avranno un profilo professionale in evoluzione, con diversi gradi di necessità di formazione e upskill. Il numero di occupati rimarrà costante.
L'Europa partecipa quindi a una competizione globale. Ritardare la transizione e l’elettrificazione vuol dire esporsi al rischio di gravi perdite in termini di competitività e di posti di lavoro. Mentre in Cina e negli USA le vendite di auto elettriche crescono, e mentre in quei Paesi si va radicando e consolidando tutto l’ecosistema industriale della mobilità elettrica, l'Europa deve confermare l’obiettivo del 100% di vendite di auto a zero emissioni al 2035. La minaccia più grande per la nostra industria automobilistica e per i nostri posti di lavoro sta nel rischio di accumulare altro ritardo, accrescendo la dipendenza dalle batterie made in China e perdendo quote del mercato automobilistico globale a favore dei rivali stranieri. I carmaker cinesi si stanno già facendo strada nel mercato europeo dei veicoli elettrici.
Per garantire che la transizione verso la mobilità elettrica sia ambientalmente e socialmente sostenibile, essa deve essere sostenuta da una supply chain di batterie europea pulita, etica e competitiva sui mercati globali. Il Regolamento UE sulle batterie definisce per la prima volta le tutele ambientali che devono garantire l'intero ciclo di vita, dall'approvvigionamento delle materie prime alla produzione sino al riciclaggio. Nel frattempo, le nuove norme UE sulla Due Diligence affronteranno le preoccupazioni relative a potenziali abusi dei diritti umani legati all'estrazione delle materie prime. Il Critical Raw Material Act richiederà che alcune fasi della catena del valore dei metalli, in particolare la raffinazione, la lavorazione e il riciclaggio, siano trasferite in Europa.
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