Quale ruolo possono avere biofuels ed e-fuels nella decarbonizzazione del settore dei trasporti su strada?
I trasporti, ancora dipendenti per l’80% dalle fonti fossili, sono la maggiore fonte di gas serra in Europa, oltre ad essere la causa principale dell’inquinamento atmosferico nelle città. Questo rimane l’unico dei settore non-ETS in cui, a livello UE, le emissioni sono cresciute rispetto ai livelli del 1990. In Italia, il trasporto stradale è stato responsabile del 92,6% delle 105.1 milioni di tonnellate di CO2eq derivanti dall’intero settore trasporti nel 2019. Tale valore – in crescita del 3,9% rispetto ai valori 1990 – deve essere azzerato entro il 2050 per rispettare l’obiettivo della neutralità climatica che l’Europa e l’Italia hanno fissato. In particolare, le sole auto sono responsabili di circa il 16% delle emissioni climalteranti italiane.
Nelle ultime settimane si discute molto delle opzioni tecnologiche disponibili per decarbonizzare il trasporto su strada. Vi è, in teoria, la possibilità di sostituire i carburanti fossili con altri di natura biologica (biocarburanti) e di natura sintetica (e-fuels); o, ancora, vi è l’opzione di sostituire il propulsore, passando da veicoli alimentati da motori endotermici a veicoli elettrici a batterie. Queste tecnologie (e vettori energetici) mostrano tuttavia livelli di efficienza, di emissioni e di produzione (ovvero di disponibilità effettiva sul mercato, da qui ai prossimi anni) molto diversi.
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