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Combustibili fossili. Analisi T&E - Con la guerra in Ucraina le compagnie petrolifere hanno guadagnato 180 miliardi di euro: tassare gli extra-profitti o porre fine ai sussidi per favorire transizione

30 ottobre 2025

L’UE spende 100 miliardi di euro all’anno in sussidi a favore dei carburanti fossili. Senza una tassazione sugli extra-profitti, sui cittadini gravano l’onere dei sussidi e l’aumento dei costi dell’energia

Secondo un'analisi commissionata [1] da Transport & Environment, la principale organizzazione europea in materia di decarbonizzazione dei trasporti, le aziende europee produttrici di combustibili fossili, nei due anni successivi all'invasione russa dell'Ucraina, hanno realizzato profitti per 180 miliardi di euro nell'UE. T&E chiede che gli extra-profitti siano tassati e che il denaro così ottenuto sia utilizzato per ridurre l'esposizione delle famiglie a basso reddito alle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili e dell'energia.

Il prezzo dei combustibili aumenta nei periodi di instabilità. Durante i periodi di tensione o shock internazionali, il prezzo dei combustibili fossili aumenta rapidamente, nonostante i costi di produzione siano relativamente stabili. Di conseguenza, i profitti delle società petrolifere e del gas possono aumentare a loro volta in modo significativo. L'analisi condotta da PwC per conto di T&E rivela che le società petrolifere e del gas dell'UE hanno generato oltre 104 miliardi di euro di profitti nel 2022, con un aumento del 45% rispetto all'anno precedente. Nel 2023 hanno poi registrato un calo del 21%, ma hanno comunque superato gli 82 miliardi di euro.

I governi hanno mitigato i prezzi, ma la domanda resta alta. In risposta all'aumento dei prezzi globali dell'energia, i governi hanno cercato di mitigare l'impatto sui consumatori residenziali e industriali attraverso varie misure, tra cui riduzioni fiscali ed esenzioni per i consumatori. Sebbene ciò abbia effettivamente attenuato i prezzi, ha anche mantenuto alta la domanda di petrolio e gas, a vantaggio delle aziende produttrici di combustibili fossili.

UE: oltre 100 miliardi di euro all’anno per sussidi ai carburanti fossili. L'UE si trova di fronte a una scelta politica chiara: eliminare progressivamente e rapidamente i sussidi ai combustibili fossili, o imporre una significativa tassazione sugli extraprofitti. L'attuale approccio - mantenere oltre 100 miliardi di euro di sussidi annuali ai combustibili fossili senza rinnovare la tassa temporanea sugli extraprofitti - lascia i consumatori a sostenere un doppio onere: quello del costo dei sussidi stessi e quello dei prezzi energetici gonfiati.

Boraschi (T&E): tassare gli extra-profitti. Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, ha dichiarato: “Le compagnie petrolifere e del gas, negli ultimi anni, hanno realizzato ingenti profitti grazie a eventi esterni alle loro attività. Le misure governative che mantengono alta la domanda di combustibili fossili, come i tagli alle accise sui carburanti in periodi di prezzi elevati, finiscono semplicemente per trasferire la ricchezza dalle casse pubbliche a quelle delle compagnie petrolifere e del gas. Non è giusto. L'UE deve tassare i profitti eccessivi di queste aziende per garantire maggiore equità ai cittadini europei. Oppure deve porre fine ai sussidi, che di fatto sono pagati dai contribuenti”.

Un esempio virtuoso: il mercato dei crediti di carbonio. Nel 2005, il sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE (ETS) ha introdotto un prezzo di mercato per le emissioni di CO2 del settore energetico, di parte del settore dei trasporti e del settore industriale. Ciò ha stimolato l'innovazione e gli stili di consumo, riducendo le emissioni di gas serra e raccogliendo oltre 230 miliardi di euro. Solo nel 2024 sono stati raccolti quasi 39 miliardi di euro.

Tassazione dei profitti in eccesso per favorire la transizione. A partire dal 2027, l'UE fisserà anche il prezzo delle emissioni degli edifici e del trasporto su strada, con un impatto più diretto sui proprietari di case riscaldate a gas, carbone o petrolio e sui conducenti di auto a benzina e diesel. Si prevede che le compagnie petrolifere, del gas e dell'energia trasferiranno questi costi sui consumatori. T&E ha stimato che l'ETS2 potrebbe raccogliere quasi 50 miliardi di euro all'anno [2]. T&E chiede che questi fondi siano utilizzati per rendere più accessibili e convenienti le alternative ecologiche, come i programmi di leasing sociale per i veicoli elettrici e il trasporto pubblico, mentre una parte significativa dovrebbe anche essere restituita ai cittadini sotto forma di dividendo climatico. Tassare i profitti in eccesso darebbe anche ai governi più soldi per aiutare le persone nella transizione, afferma T&E.

"I governi dovrebbero tassare i progetti relativi ai combustibili fossili e utilizzare tali fondi per aiutare i cittadini a passare ad alternative più ecologiche. È probabile che le compagnie petrolifere, del gas e dell'energia trasferiranno semplicemente i costi dell'ETS2 sui consumatori. Tassare i profitti in eccesso consentirebbe di far tornare il denaro ai cittadini, o darebbe la possibilità di sostenere programmi come il social leasing, o di investire per un trasporto pubblico migliore", conclude Boraschi.

Nota per i redattori:

[1] Gli utili netti nell'UE sono stati estrapolati dalla società di consulenza PWC da un campione di 114 aziende di combustibili fossili. Le stime sono state ricavate principalmente dai bilanci aziendali disponibili al pubblico, dai siti web delle società e da fonti di informazione quali Factiva e Forbes o, ove necessario, sono state calcolate utilizzando una combinazione di volumi scambiati e prezzi di mercato. A causa delle variazioni nelle pratiche di rendicontazione delle società, nella segmentazione delle attività e nella disponibilità dei dati, queste cifre forniscono una stima approssimativa piuttosto che una misurazione precisa dei profitti. La metodologia si basa su ipotesi prudenti ed estrapolazioni, il che significa che i risultati aggregati probabilmente sottostimano i profitti totali generati lungo le catene del valore dei combustibili fossili nell'UE.

[2] In media tra il 2027 e il 2032, ipotizzando un prezzo medio del carbonio di 55 €/tCO2.


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