Il settore dell’aviazione è una delle modalità di trasporto a maggior intensità di carbonio per passeggero trasportato. Sebbene il suo contributo alle emissioni globali sia ancora percentualmente inferiore rispetto ad altri comparti, come quello del trasporto su strada, la sua crescita costante e il forte impatto climatico per passeggero-chilometro segnalano l’urgenza di un intervento regolatorio e di un strategia politica di contenimento degli impatti climatici e ambientali.
A livello europeo, lo scorso anno si sono registrati 8,4 milioni di voli in partenza, che hanno emesso circa 187,6 Mt di CO₂. Il settore è dunque praticamente tornato ai livelli di traffico pre-COVID, raggiungendo il 96% del numero di voli del 2019 e il 98% delle emissioni registrate in quell’anno. Tale trend di crescita è determinato prevalentemente dalla forte ripresa dei voli intraeuropei, che hanno superato i livelli di emissioni pre-COVID. In assenza di misure correttive, questo trend rischia di consolidare una crescita del traffico aereo incompatibile con gli obiettivi climatici dell’Unione. Appena dieci compagnie aeree sono state responsabili del 40% di tutte le emissioni del trasporto aereo europeo. I principali inquinatori sono Ryanair (16 Mt di CO2), Lufthansa (10 Mt di CO2) e British Airways (9 Mt di CO2).
Va ricordato che già nel 2020, nel pieno della crisi Covid-19, le principali compagnie aeree europee avevano firmato una lettera aperta ai ministri dell’UE chiedendo fondi pubblici per rendere “green” il settore, sostenendo di voler collegare la ripresa a una transizione sostenibile. A distanza di quattro anni, e con il volume di traffico aereo tornato ai volumi 2019, è evidente che gli impegni ambientali evocati in quel contesto non si sono tradotti in scelte coerenti; i sussidi pubblici ottenuti si sono tradotti in investimenti minimi per la decarbonizzazione, come per l’adozione di carburanti sostenibili per l'aviazione o SAF (Sustainable Aviation Fuels). Uno studio recente di Transport & Environment ha messo in evidenza come gli attuali piani di espansione del settore aereo – che prevedono un raddoppio dei passeggeri entro il 2050 – siano del tutto incompatibili con gli obiettivi climatici europei, se non accompagnati da ulteriori politiche di gestione della domanda, internalizzazione dei costi ambientali e riforma della fiscalità del settore (che esenta le compagnie aeree dal pagamento di qualsiasi accisa sul carburante jet; non prevede l’applicazione dell’IVA sui biglietti ed esenta larga parte delle emissioni dai meccanismi cap&trade dell’ETS). In questo quadro, il trasporto aereo appare fiscalmente privilegiato rispetto ad altri modi di trasporto; e sono pochi gli Stati Membri (è il caso di Francia e Germania) dove sono state adottate misure (nel caso specifico,una tassa nazionale sui biglietti), per equilibrare questa stortura. Senza tali politiche aggiuntive di mitigazione delle emissioni e contenimento della crescita, lo sviluppo del settore annullerà qualsiasi beneficio emissivo derivante dall’adozione di quote sempre crescenti di SAF (previste dal Regolamento ReFuelEU) e dal miglioramento nell’efficienza degli aeromobili.
In questo contesto, anche l’Italia si trova di fronte a una sfida rilevante. Nel 2024, le emissioni da aviazione legate al nostro Paese, ossia quelle di tutti i voli in partenza dagli aeroporti italiani, sono cresciute in modo significativo, posizionando l’Italia al 5° posto tra i Paesi europei per emissioni da trasporto aereo, preceduta solo da Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Il ritmo di crescita registrato è tra i più alti d’Europa, confermando una domanda in forte espansione, trainata specialmente da voli internazionali e low-cost.
Il presente briefing, redatto da Transport & Environment Italia, analizza nel dettaglio i più recenti dati ETS, integrandoli con informazioni disaggregate per tipologia di volo e operatore. Particolare attenzione viene data alla composizione del traffico aereo, alla copertura del sistema ETS e alle policy la cui applicazione, oggi, appare più urgente. Questo briefing mira a delineare le criticità principali e proporre soluzioni concrete per una transizione sostenibile del settore in Italia.
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