Scarsità di metalli rari per le auto elettriche? Un falso problema, ci spiega Julia Poliscanova, Direttrice Veicoli Puliti di Transport & Environment.
“Le auto elettriche, insieme agli spostamenti a piedi, in bicicletta e al trasporto di massa, sono la migliore tecnologia che il mondo ha per ripulire i trasporti. Sono almeno tre volte meglio dei veicoli a combustione interna, anche al netto della produzione di batterie. Ma se le vendite di auto elettriche continuano a salire, ci sarà abbastanza nichel, litio e altri metalli disponibili per produrre le loro batterie?“.
“La disponibilità geologica di metalli come il litio o il nichel non è un problema. Ma gli attuali squilibri tra offerta e domanda, nel breve termine, sono inevitabili. Le catene di approvvigionamento si scontrano con il crescente interesse per i veicoli elettrici (EV), con le interruzioni causate dalla pandemia e con gli alti prezzi dell’energia. Ma anche se i prezzi spot dei metalli aumentano, il 2021 non va visto come il nuovo standard di normalità. Ci sono tre ragioni per credere che il problema non diventerà strutturale. In primo luogo, la sostituzione dei metalli rari è un interessante trend che abbiamo iniziato a vedere nel mercato delle auto elettriche. Le preoccupazioni legate alla fornitura di cobalto e nichel stanno spingendo i produttori di auto a passare a tecnologie alternative. Le batterie litio-ferro-fosfato (LFP) a volte con aggiunta di manganese, già viste nelle marche cinesi e nei bus, stanno sostituendo velocemente le batterie ricche di nichel e cobalto“.
Volkswagen, Tesla, Hyundai e Stellantis hanno programmato tutte il passaggio alle LFP per i loro modelli economici. Dall’altro lato, per i veicoli premium, le innovative chimiche di batterie a stato solido potrebbero rappresentare una risposta. E si prevede che entrino in applicazioni di nicchia entro la metà del decennio. Anche la scelta di auto elettriche più efficienti e appropriatamente dimensionate aiuterà. In secondo luogo, l’aumento dei prezzi dei metalli sta inviando un forte segnale di mercato alle società minerarie. Stimolandole ad incrementare i loro investimenti in nuove forniture. Molti nuovi progetti, tra cui una nuova miniera di nichel in Tanzania, una di litio in Argentina e alcuni impianti – più verdi – di estrazione diretta del litio, tra cui il litio geotermico in Europa, prevedono di iniziare la produzione a partire dal 2025. Oltre ad essere economicamente validi, questi progetti dovranno soddisfare regole ambientali e sociali sempre più severe a livello globale per essere coerenti con la transizione verde.
“L’UE, la Cina e la California hanno in cantiere nuove leggi per regolamentare le condizioni in cui vengono prodotte le batterie. Mentre i produttori di auto dovranno essere sempre più attenti ai loro rating sociali, ambientali e di governance su questo punto. In Europa, i legislatori stanno per approvare il nuovo Regolamento sulle batterie, la cui rapida implementazione è fondamentale per garantire che si produca utilizzando energia pulita e che i loro metalli siano estratti in modo responsabile. E siano riutilizzati o riciclati alla fine della vita della batteria. L’utilizzo della tecnologia più pulita disponibile nelle operazioni minerarie e il rispetto delle comunità locali sarà anche il modo migliore per ottenere i permessi operativi nei tempi previsti. I minerali estratti, per poter essere inseriti nelle celle delle batterie, devono essere trasformati in prodotti chimici di alta purezza. Ad esempio solfati di nichel o carbonato di litio. Ma, a differenza delle miniere che possono impiegare da 5 a 8 anni per entrare in funzione, le raffinerie chimiche possono aumentare i volumi di produzione in un paio d’anni“.
Quindi, non deve sorprendere che i prodotti chimici di cui le case automobilistiche avranno bisogno nel 2025 non ci siano ancora. Finché l’espansione viene annunciata, come i tre piani per la raffinazione del nichel in Finlandia, il panico non è giustificato. La capacità aggiuntiva derivante dal crescente numero di impianti di riciclo in Europa e nel mondo potrà alleviare ulteriormente alcune delle carenze. Infine, per evitare una riduzione della produzione simile a quella causata dalla crisi dei chip, i produttori di auto dovrebbero impegnarsi seriamente nelle proprie filiere di approvvigionamento per i veicoli elettrici. Questo significa assicurarsi già oggi forniture a lungo termine per i metalli delle batterie, sempre che le loro promesse in materia di auto elettriche (al 2030) siano serie. Questo significa attuare politiche di approvvigionamento intelligenti e partnership strategiche che danno la priorità a contratti a lungo termine. Piuttosto che affidarsi ai volatili mercati spot.
Il diretto approvvigionamento di materie prime offre all’industria auto anche l’opportunità di influenzare le condizioni ambientali e dei diritti umani in cui si estrae. Tesla lo sta facendo in Nuova Caledonia. Lavorando direttamente con la miniera su questioni come la gestione degli sterili (materiale di scarto nel processo di separazione del metallo raro dal materiale in cui è compreso). Anche Volkswagen si sta muovendo per assicurarsi materie prime in Europa. Qualsiasi casa auto che non stia lavorando duramente per assicurarsi le future catene di approvvigionamento non è seria e verrà scoperta. La carenza di batterie, che attualmente frena le prospettive dell’auto elettrica, non è inevitabile. L’industria, grazie a un mix di segnali di mercato, innovazione e facendo “i compiti a casa” sull’approvvigionamento, riuscirà a convertire la maggior parte delle vendite di motori all’elettrico già in questo decennio. Prepararsi al peggio oggi permetterà all’automotive di raccogliere i benefici dei veicoli a zero emissioni più velocemente di quanto molti pensino.
Questo articolo è stato pubblicato inizialmente su Vaielettrico.it.
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