• DL Milleproroghe, lettera aperta delle associazioni ambientaliste: nessuna proroga agli incentivi all’olio di palma

    Un emendamento della maggioranza prolunga dal 2023 al 2025 gli incentivi alla produzione di biocarburanti a base di olio di palma. “Sussidiare ancora questo prodotto equivale a finanziare la deforestazione con i soldi dei contribuenti: un messaggio sbagliato al mercato e un onere ingiusto per i cittadini”.

    Roma, 2 Febbraio 2023 –  Oggi un’ampia coalizione di associazioni ambientaliste italiane – Legambiente, WWF, Greenpeace, Transport & Environment, Kyoto Club, Sbilanciamoci, Clean Cities Campaign e Cittadini per l’aria – ha inviato una lettera aperta alle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, rivolgendo un appello affinché non venga approvato un emendamento al DL Milleproroghe che posticiperebbe l’effettiva esclusione dagli obblighi di miscelazione dei biocarburanti prodotti a partire da olio di palma.

    Le associazioni ambientaliste chiedono che si rigetti l’emendamento 11.63, presentato dal Governo, che  consentirebbe di conteggiare fino al 2025 (e non più fino al giugno 2023, come previsto a oggi) i biocarburanti prodotti da olio di palma negli obiettivi per le rinnovabili. Si rischia, in caso di approvazione, di prolungare i sussidi per la produzione di biodiesel da una fonte nociva per clima e ambiente, che ha un impatto sino a tre volte più inquinante del diesel fossile che dovrebbe sostituire.

    Gli ambientalisti richiamano i motivi principali che hanno portato l’Italia a prendere l’impegno di escludere l’olio di palma da obblighi di miscelazione e incentivi alla produzione. Come si legge nella lettera:

    Deforestazione globale e perdità di biodiversità:La crescente domanda di biocarburanti ha portato a tagliare porzioni intere di  foreste pluviali e torbiere per sostituirle con monocolture di palma da olio e soia, con effetti diretti e indiretti molto elevati sulle emissioni climatiche.

    Aumento dei prezzi del cibo: La coltivazione di palma e soia per produrre biocarburanti va a scapito della filiera alimentare, causando l’aumento del prezzo dei beni primari (su tutti gli oli vegetali) ed esasperando la crisi alimentare in corso. Le colture per i biocarburanti – più redditizie rispetto a quella di beni alimentari – hanno inoltre costretto a spostare la produzione di questi ultimi su terreni normalmente incolti, che devono quindi essere deforestati per la produzione di cibo.

    Maggiori emissioni di gas a effetto serra: A causa delle emissioni dirette e indirette (per deforestazione) il biodiesel da olio di palma può arrivare a generare fino al  triplo delle emissioni di CO2 del gasolio fossile che dovrebbe sostituire.

    Nella lettera le associazioni ricordano inoltre come “il 15 Gennaio del 2021 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM)  ha multato ENI al massimo consentito di 5 milioni di europer pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta a proposito della comunicazione relativa al prodotto ENIdiesel+ a base di olio di palma”. La decisione dell’AGCM è stata inoltre confermata dal giudizio del TAR del Lazio, che ha respinto il ricorso di ENI; l’azienda ha poi dichiarato di essere pronta a  diventare palm oil free entro la  fine del 2022.

    Secondo gli ambientalisti, approvando l’emendamento il Parlamento continuerebbe a consentire il greenwashing delle false rinnovabili nel gasolio. Un fenomeno, quest’ultimo, che avviene peraltro a spese degli automobilisti, chiamati, ogni volta che fanno il pieno, a destinare l’1% circa del prezzo finale alla quota di biodiesel, finanziando con circa un miliardo di euro l’anno la deforestazione del Pianeta.Sono già 10 (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Lituania, Malta, Olanda, Portogallo e Svezia) gli Stati membri dell’Unione Europea che hanno messo fine ai sussidi all’olio di palma.

    “Le associazioni”, concludono i firmatari , “esortano quindi (…) a rigettare l’emendamento 11.63, confermando l’impegno già preso dall’Italia sull’esclusione dagli obblighi di miscelazione e dall’accesso ai sussidi per l’olio di palma.” 

    FIN